COME LO FACCIAMO
La cultura del cantiere nelle ristrutturazioni e restauri
A Venezia l'organizzazione conta più che i mezzi. Ci ispiriamo ai cantieri antichi per carpirne i segreti. Prendiamo spunto dai cantieri moderni per cogliere gli aspetti innovativi. Lavoriamo per i cantieri del futuro studiando nuove tecnologie, esplorando strade insolite, applicando fantasia e creatività alla nostra ricerca.
Venezia è una città che va a piedi. Un’abitudine mentale fa credere che i veneziani si muovano soprattutto in barca. Invece il mezzo di locomozione più usato è il più umano, le gambe.
[Guido Piovene]
Decalogo dei Valori SVE
1- Operare in accordo e comunicare
2- Saper gestire l’imprevisto
3- Curare ogni dettaglio
4- Pianificare ogni azione
5- Eseguire le opere a regola d’arte
6- Non darsi mai per vinti
7- Farsi ispirare dalla maestria dei predecessori
8- Studiare e ricercare le migliori soluzioni
9- Innovare per distinguersi
10- Osare con creatività e fantasia
Quello che non ho
Il presupposto del nostro lavoro è l’organizzazione, data dalla struttura organizzativa e amministrativa e dal cantiere stesso. La nostra storia ci ha contraddistinto come impresa organizzata, che punta sui mezzi indispensabili. Fino a fine anni ‘70 la barca lo era e anche i magazzini, solo l’ufficio di rappresentanza non serviva, mentre ora…
Non abbiamo barca.
Non abbiamo ufficio tecnico.
Non abbiamo sede a Venezia per scelta.
Perché secondo noi non ha senso caricarsi di costi organizzativi per poi farli ricadere sul cliente.
Abbiamo la capacità esecutiva: a seconda delle necessità scegliamo l’offerta delle aziende che sono sul mercato e che ci permette di soddisfare tutte le esigenze nell’interesse del committente.
Dal barchino di due metri alla gru di varie dimensioni sfruttiamo quello che il mercato offre per metterlo al servizio del progetto.
A Venezia l’organizzazione conta più che i mezzi.
SVE: un'organizzazione di impresa
Attualmente ci occupiamo direttamente di:
– Valutazione
– Preventivazione
– Organizzazione dei processi di produzione
– Contabilizzazione
A cui seguono
– Esecuzione del lavoro
– Amministrazione
Un riferimento per il committente
Abbiamo privilegiato la garanzia della qualità di prodotto per un mercato di piccola media dimensione e siamo competitivi sui prezzi.
Per il cliente soddisfatto diventiamo un riferimento e per questo intendiamo mantenere un elevato livello qualitativo.
Operare in accordo
Le fasi del processo di lavoro sono
1. Lo studio del progetto con il committente
Si parte da qui perché l’impiantistica è gestita dalla proprietà e dobbiamo cominciare preparando una scaletta dettagliata e precisa degli interventi, che ne riporti i modi e i tempi di esecuzione.
Per essere certi di ricevere per tempo le forniture e i materiali necessari a svolgere le attività e garantirsi i trasporti per i servizi di approvvigionamento è necessario giocare d’anticipo di almeno 3 giorni nella gestione del cantiere.
Per snellire le procedure abbiamo scelto di non avere un deposito di materiali, perciò gli approvvigionamenti arrivano direttamente in cantiere a seconda della logistica, cioè dello spazio che c’è a disposizione e che a Venezia è sempre molto poco.
2. Elaborazione della tempistica
Questa operazione va pianificata minimo 3 giorni prima della partenza dei lavori, meglio una settimana o 15 giorni.
3. Comunicazione
La comunicazione in cantiere e con il committente ha una parte importante nella gestione del lavoro.
Il committente ci chiede un risultato e per ottenerlo serve la collaborazione reciproca, che si realizza mantenendo una comunicazione costante, chiara e sincera.
Ogni lunedì sera in SVE teniamo una riunione operativa di coordinamento per fare il punto sulla situazione, mettere al corrente soci e collaboratori e allinearsi sulle nuove azioni da pianificare.
L’arte di gestire l'imprevisto
La gestione dell’imprevisto, che comprende molteplici aspetti, è l’elemento qualificante del nostro lavoro e si svolge principalmente a livello organizzativo.
1. Il primo punto, il più importante, è la conoscenza del contesto: Venezia.
2. Poi bisogna restare lucidi e non farsi mai prendere dal panico.
Per scelta SVE è una struttura molto flessibile che permette la creatività e ci consente di usare la fantasia, la capacità di vedere oltre, di sognare e avere una visione.
3. Infine si deve tenere conto dei fattori concreti, cioè dei limiti. In presenza di un limite (oggettivo o amministrativo e burocratico) che mi impedisce di costruire un’opera, la devo realizzare in maniera diversa.
Il dio delle piccole cose
Un lavoro di cui andiamo fieri è l’opera realizzata per una scala condominiale interna.
L’oggetto del restauro erano 3 piani di scale a 2 rampe.
In seguito a un’accurata ricerca e analisi delle scale, non avendo trovato alcuna indicazione scritta da Architetti o esperti, ci siamo ispirati alla scala tradizionale veneziana.
Le scale in genere vengono fatte in pietra tenera di Vicenza, che è un antisdrucciolo naturale o in pietra d’Istria.
Abbiamo inserito dei semplici ferri su cui poggiano i gradini che restano isolati l’uno dall’altro. Montando due gradini alla volta la scala resta sempre agibile. Conosciamo bene la scala antica e sappiamo che lavorando con le lastre e non con il massello pieno diventa meno pesante ed è più facile gestire il carico del peso, oltre a consentire un notevole risparmio sul materiale.
Il gradino veniva prodotto in laboratorio dal marmista e poiché tutti i pezzi, trattandosi di moduli che andavano inseriti successivamente, erano fatti fuori opera, la misura doveva risultare perfetta.
Siamo riusciti a montare 13 gradini in 2 giorni e ogni rampa aveva misure diverse.
Quando si interviene sulle scale bisogna tenere conto che a Venezia ci sono tante possibilità di assestamento: tante piccole cose che si adattano e si incastrano una nell’altra.
Venezia è stata concepita come un insieme di piccole cose, che coesistono armonicamente anche nei movimenti di adattamento.
Esecuzione “a regola d’arte”
La regola d’arte è l’insieme di tecniche e regole considerate più corrette, che garantiscano un adeguato standard di qualità nella realizzazione di un lavoro.
Al di là delle norme UNI EN ISO, la regola d’arte viene determinata da metodi operativi conformati al periodo storico.
La regola dell’arte cento anni fa era diversa.
Oggi la maggior parte delle lavorazioni vengono eseguite secondo determinati canoni e quindi quella è diventata la regola d’arte definita da situazioni socio culturali, storiche e – soprattutto nel nostro campo – anche tecniche.
La cultura di cantiere
Il cantiere è sempre stato il nostro mondo.
Ci piace capire come è fatto e la sostanza di cui è fatto.
Ci ispiriamo ai cantieri antichi per carpirne i segreti.
Prendiamo spunto dai cantieri moderni per cogliere gli aspetti innovativi.
Lavoriamo per i cantieri del futuro studiando nuove tecnologie, esplorando strade insolite, applicando fantasia e creatività alla nostra ricerca.
Diffondiamo la cultura di cantiere per informare i clienti sulle opportunità a loro disposizione e sulle migliori soluzioni di restauro conservativo e ricostruzione.
Tra gotico veneziano e cemento armato
Il primo esempio di cantiere moderno lo troviamo in occasione della ricostruzione del campanile di San Marco, a opera dell’ingegner Luca Beltrami, che progettò per la nuova struttura un’anima di cemento armato, sostenuta da 18000 pali di larice, vi inserì un ascensore elicoidale nascosto, numerò ogni mattone, ponendo i nuovi all’interno, gli antichi all’esterno.
Beltrami sperimentò anche tecnologie d’avanguardia per l’epoca, quali il “calcestruzzo vibrato”, ordinò carrucole in acciaio Krupp capaci di sollevare blocchi da dieci tonnellate e per consolidare il terreno fece iniettare 600 m³ di malta fluida nella sabbia.
Archeologia e Big data
In quell’occasione l’innovazione si fece strada e ora dialoga con l’archeologia.
Durante la Grande Guerra la cuspide del campanile di San Marco venne mimetizzata; nel 1962 vi fu installato un ascensore BBPR e dei sensori estensimetrici tra il 1993 e il 2000 per rilevare eventuali deformazioni della struttura. Oggigiorno le vibrazioni sono monitorate h24 da un algoritmo del CNR.
Quando, nel 1966 l’acqua alta da record sommerse la Loggetta, l’impianto elettrico dell’ascensore fu sostituito con componenti stagni. Nel 2023 un nuovo sistema LED a spettro calibrato ridusse l’inquinamento luminoso del 35%.
Orgogliosi di aver apportato un piccolo contributo
Alcuni anni fa, partecipando alla manutenzione dei cementi della cuspide, commissionata ad un’impresa con cui operavamo, sperimentammo direttamente l’emozione di contribuire a questo cantiere in costante evoluzione, testimone della presenza dell’arte e della maestria veneziana nei secoli.
Oggi il campanile è un vero e proprio laboratorio dove si incontrano antiche metodologie costruttive e le più innovative tecnologie di rilevamento e protezione.
L'oggetto irrinunciabile
A Venezia si cammina e noi facciamo almeno una maratona a settimana per raggiungere i cantieri.
L’ufficio è con noi, dentro la nostra borsa, che contiene sempre un blocco notes, penne, gli strumenti di misura (cordella metrica e misuratore laser), l’igrometro, dei guanti, le chiavi degli appartamenti in restauro e la calcolatrice.
Il filo a piombo è lo strumento più sicuro che abbiamo in cantiere perché ti dà sempre la perfetta verticalità. È un riferimento fondamentale.
Ma di certo l’oggetto irrinunciabile è la cordella metrica, che riassume e simboleggia la nostra operatività.
Gli strumenti tecnologici sono all’avanguardia, ma si possono starare.
Quando misuriamo dobbiamo avere la certezza dei dati rilevati, ci serve l’assoluta precisione e per questo la cordella metrica è più affidabile: mi offre la possibilità di andare sul concreto, di annotare e misurare sempre e subito.
Di metterci le mani.