Fognature
Tutelare l’igiene in un ambiente unico
La Serenissima istituì il Magistrato alle Acque nel 1501 per sorvegliare e amministrare il regime idraulico del bacino della laguna veneta, compreso il sistema delle acque reflue. Era chiaro fin da allora che il mantenimento delle acque lagunari garantiva la sopravvivenza della città e del suo sistema socio-economico.
Se vieni a Venezia, ricordati che non esiste solo la città, ma anche la laguna. E quando visiti qualunque città, qualunque altro posto che sta al centro di un paesaggio, fai attenzione anche a quello che c’è intorno. Perché le cose non esistono per caso. Perché c’è sempre qualcos’altro intorno, una laguna, un bosco, una valle, una pianura, che protegge un sacco di creature, c’è sempre un pianeta a cui nessuno bada, e che potrebbe rimanerci molto male e arrabbiarsi di brutto.
[Tiziano Scarpa, Laguna la preziosa, appendice a Laguna l’invidiosa]
La sottile linea rossa
A Venezia il limite naturale lo stabilisce la laguna.
L’acqua che tracima e gorgoglia tra i masegni del selciato quando sale la marea, quella che ti spruzza a tradimento mentre cammini distratto su una riva, troppo vicino al bordo della banchina, quella che ti culla col moto ondoso sui vaporetti, quella che si ritira e ritorna, ogni sei ore.
Il limite è la sottile linea rossa che sancisce la reciproca sopravvivenza e l’armonia tra la città e il suo ambiente naturale.
Sei ore cresce sei ore cala
All’epoca de La Serenissima, quando il sistema di canalizzazione faceva capo al Magistrato alle Acque, tutto era biodegradabile e veniva convogliato nella rete dei canali che con le maree si ripulivano.
Benché l’ecosistema delle maree mantenesse la laguna pulita, già dal 1500 era comunque proibito fare il bagno.
Allora e ora
Venezia nel medioevo aveva un sistema fognario, che oggi non esiste: la parte grassa e la parte solida dei liquami restano nelle fosse e il liquido decantato defluisce nei canali, quindi adesso si creano bacini di decantazione, rispettando la conformazione del sottosuolo.
Ogni edificio dovrebbe dotarsi del proprio bacino di decantazione, il cui volume per le strutture ricettive viene calcolato in base ai posti letto.
Impianti a elevato valore
Le fognature sono impianto dal valore molto elevato, soprattutto nel contesto del centro storico. I luoghi, i percorsi, le dimensioni sono aspetti che richiedono approfondita competenza e capacità risolutiva.
La conoscenza della normativa vigente garantisce ogni figura coinvolta da ripercussioni giuridiche anche in ambito penale.
La norma oggi chiede di limitare l’inquinamento, quindi bisogna effettuare la gestione dei liquami con depurazione e decantazione.
Il lavoro consiste nell’assicurarsi di convogliare il liquido decantato dalla vasca ai canali di uscita preesistenti, che possono risalire anche al XIV-XV secolo.
Le sorprese del sottosuolo
A volte capita di dover scavare all’interno per far uscire un tubo e arrivare al canale.
Quando si comincia a scavare si trova un’immensa varietà di situazioni che vanno rispettate:
• fondazioni – da 15 anni a Venezia vige la norma che obbliga il committente a richiedere la presenza dell’archeologo al momento dello scavo
• sistemi fognari preesistenti
• murature preesistenti
• vecchi pozzi di raccolta dell’acqua piovana
• vecchie pavimentazioni caratteristiche di vario tipo sia interne che esterne, quindi sia mattonati che terrazzi alla veneziana.
L’esempio del “paron de casa”
Il campanile di San Marco mostra un esempio di quello che può accadere quando si scava.
Tra il 1885 e il 1889 degli scavi fognari svuotarono la bolla d’acqua che si trovava sotto i pali delle fondazioni, facendo inclinare la torre.
Nel 1902 la goccia che fece traboccare il vaso fu la sostituzione di una trave della Loggetta.
Studi geotecnici moderni mostrano che il peso statico della torre produceva una pressione di 540 kPa sui pali. Tale pressione divenne irregolare dopo i lavori di scavo per la fognatura, presentando picchi da 680 kPa sul lato ovest, che determinarono torsioni da cedimento fino a quando, il 14 luglio 1902, il campanile crollò.