Fondazioni

Il valore assoluto

Fondazioni è il termine tecnico con cui si definiscono le fondamenta. Non accade di frequente di lavorarci, ma le si valuta in base alla struttura che sta sopra terra. Fessure sulla facciata o sulle strutture interne sono un campanello d’allarme, che potrebbe indicare problemi alle fondazioni.

Stai camminando sopra una sterminata foresta capovolta, stai passeggiando sopra un incredibile bosco alla rovescia.

La foresta nell’acqua

Venezia presenta quasi sempre fondazioni importanti, che sono ancora quelle originarie, la base antica di quello che poi ci è stato costruito sopra.
Erroneamente si crede che le fondazioni siano le cosiddette palafitte, mentre in realtà i pali di legno, che nel loro insieme vengono definiti ‘palificata’, si trovano nel fango, in profondità.
Non sono le fondazioni, ma servono a dare consistenza al terreno su cui poggiano le fondazioni, in pietra, che stanno a un metro e mezzo o due dal piano stradale.
L’antica tecnica di costruzione procedeva così: nello strato inferiore si conficcavano i pali nel fango. Sopra la palificata venivano poste delle tavole di legno, su cui poggiavano dei conci in pietra d’Istria.
Dai conci in pietra d’Istria in poi partiva l’edificazione dei vari strati di mattoni che si trovavano perciò al di sopra del livello dell’acqua.
Nell’edificazione del campanile di San Marco la rampa interna, larga due metri, saliva avvolgendosi come un nastro intorno a un pilastro pieno: un capolavoro di leggerezza su pianta di appena dodici metri di lato.
Sotto la linea dei mattoni un reticolo di 12000 pali di larice costituiva la base della torre. Con lo scorrere del tempo il legno, immerso in un ambiente privo di ossigeno, anziché marcire, s’induriva. Studi archeologici condotti nel 1987 tramite carotaggi hanno rilevato che i pali originali emanano ancora un aroma resinoso, presentando una densità pari a quella del teak.

Metodo antico e tecniche moderne

All’interno della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista c’è un corpo aggiunto tra il 1500 e il 1600, la Scala Codussi, ideata in modo da permettere che la processione si svolgesse in senso orario: si saliva da una scalinata e si scendeva dall’altra.
Per anni si è verificato uno scivolamento del muro laterale che determinava fratture nei gradini, che si spezzavano.
Un ingegnere ha progettato un rinforzo, ma forse a ridosso della muratura anticamente c’era un canale e quella parete ha sempre dato problemi.
In questo caso abbiamo proceduto al consolidamento della fondazione secondo l’antico metodo veneziano, integrandolo con tecniche moderne: mezzi meccanici per gli scavi e per conficcare i pali e materiali, nuovi materiali compatibili, come il calcestruzzo armato e plinti di sostegno.
Dopo aver piantato i pali in legno di acacia abbiamo quindi proceduto con il cemento armato, anziché con la muratura.

La causa invisibile

La fondazione è la struttura portante fondamentale sia nelle antiche e vecchie costruzioni che nelle nuove.
Pur non essendo visibile, influisce sia in senso positivo che negativo sulla struttura fuori terra. Individuare la motivazione dei comportamenti strutturali in superficie connessi alle fondazioni presuppone una conoscenza profonda delle caratteristiche e dei comportamenti dei materiali, che richiede competenze e sensibilità non comuni, acquisibili solo con l’esperienza.
Quanto succede sotto alle fondazioni va sempre considerato con un occhio di riguardo: la consistenza del terreno è una delle caratteristiche fondamentali nelle valutazioni, al fine di predisporre eventuali interventi, sempre possibili anche in condizioni estreme.
Qualche volta si procede al restauro della fondazione stessa, quando, per esempio, l’erosione dell’acqua e degli agenti chimici aggressivi, quali grassi, sapone e detersivi danneggiano la struttura, soprattutto dal lato canale.
In caso di erosione il grasso sostituisce la malta e l’intervento è indispensabile.

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