Murature

Venezia fluida come l’acqua, resistente come i suoi mattoni

Approfondiamo la conoscenza dello storico e delle evoluzioni che i materiali e le tecniche di costruzione hanno attraversato nei secoli e riattualizziamo i metodi antichi per assecondare le richieste del committente e trovare le migliori proposte di restauro.

Ma quando siamo usciti, stanchi e intontiti, dalla stazione di Venezia e abbiamo visto il Canal Grande e i palazzi marmorei che sfioravano l’acqua melmosa, quel gioiello di cultura che si dondolava sui canali fetidi e muffosi, abbiamo improvvisamente compreso quanto forte e tenace è l’uomo e quanto meraviglioso è il suo spirito, e si è destato in noi un tale amore per l’umanità, l’umanità con le sue pene e le sue epidemie; e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città…

Storie di malta e mattoni

Le murature sono struttura portanti verticali di varia natura: legno, cemento armato, mattoni, mattoni forati, paglia, canapa e altro.
In passato il materiale impiegato per erigerle veniva reperito sul territorio, oppure elaborato e costruito grazie all’intraprendenza, all’inventiva, alle tecniche dell’epoca.
I laterizi si sono trasformati con soluzioni, formati, prestazioni sempre diverse.
Oltre ai laterizi, l’altra cruciale categoria di materiali utilizzati per le murature è quella delle malte, che differiscono da quelle usate per altre funzioni (intonaci, stuccature).
L’evoluzione tecnologica sta orientando verso l’uso delle schiume espanse a questo scopo.
I mattoni e le malte di Venezia sono testimoni di secoli di vita e ancora ci raccontano la storia della città.
È proprio a questi due elementi che poniamo la massima attenzione per ottenere il miglior risultato.

Il mattone pieno veneziano, unico e distinto

Il mattone può essere di tante dimensioni e di solito è d’argilla cotta.
Il mattone classico veneziano si distingue dagli altri perché è pieno, compatto, non presenta fori. Questo gli conferisce una migliore portata e resistenza nel tempo.
Adesso in terraferma la struttura si edifica con il cemento armato e si tampona con mattoni forati.
A Venezia invece la struttura continua a essere di mattone pieno, identico a quelli antichi.
I mattoni medievali venivano cotti a 950 °C nelle fornaci dell’isola di Sant’Elena, recavano a garanzia, impressa nell’argilla, l’impronta del “timbro dogale” e ogni carico era scortato da ufficiali che ne controllavano peso e dimensioni.
Il rigoroso controllo di qualità ante litteram permise agli edifici di Venezia di superare per secoli terremoti, mareggiate, eventi naturali.

La stupidità della norma

La legge sulle norme antisismiche impone il cemento armato e purtroppo, per poter accedere ai finanziamenti statali, Venezia è stata definita zona sismica mentre in realtà non lo è.
È difficile accettare quello che la norma impone.
Venezia è stata edificata sulla fluidità.
Ben sapendo di poggiare sul fango lagunare, i nostri saggi predecessori ne tennero conto e in previsione di possibili movimenti di assestamento le lasciarono libero respiro.
Con il cemento armato e il metallo si blocca la struttura, che ovviamente poi fa leva su altre parti, conducendole alla rottura e al cedimento.
Anche nei casi in cui il metallo sia necessario e venga messo a supporto delle travi, costituisce comunque un elemento rigido, suscettibile di causare squilibrio nell’armonia complessiva della struttura.

A Venezia l'estetica è sostanza

Nelle costruzioni veneziane tutto è collegato, murature, strutture, finiture.
Ciascun elemento fa parte dell’insieme armonico, così come ogni nucleo edificato si integra a quello attiguo in un continuum che mantiene viva e unita la città.
Ogni componente degli edifici veneziani ha una ragione d’essere e un motivo per essere stato concepito e costruito così come ancor oggi lo vediamo.
Il pavimento veniva appesantito sulle parti centrali per costringere le strutture murarie ad assumere una posizione concava per conferire stabilità alla struttura.
L’intonaco non era solo estetico, ma serviva a proteggere la muratura.
La parte funzionale era integrata con la grazia delle forme.

Perché e come sono cambiate le tecniche edilizie

I tempi e i modi antichi producevano risultati diversi e avevano un diverso impatto sull’ambiente.
Anticamente i veneziani adottarono per i pavimenti il sistema romano del pastellone, una base di un rosso omogeneo, fatto di cocciopesto, cioè cotto macinato e calce aerea, successivamente elaborato nel terrazzo alla veneziana, a noi noto, creato intorno all’XI secolo, in calce, come quello di Palazzo Ducale.
Per un terrazzo in calce servivano 36 mesi di lavoro: sulla base in calce si distribuivano materiali inerti, sabbie, rocce e sassolini. Successivamente si passò ai frammenti di marmo e pietra d’Istria.
Oggigiorno, per questioni di rapidità di esecuzione, lo si fa in cemento.

Come preserviamo il valore, tra norme e operatività

Le murature che troviamo a Venezia sono in genere di qualità medio alta, con una buona consistenza di origine.
Noi lavoriamo sul degradato per ristrutturarlo e ripristinarlo da problemi di:
– salsedine
– dissesti di fondazione
– cedimenti strutturali, dovuti a tiranti che hanno ceduto oppure da movimenti causati dalla base instabile, che è il fango lagunare, in cui la parte che cede trascina con sé il resto
– interventi di modifica, ad esempio nel caso di marcescenza delle travi.
Il nostro intervento specifico
sostituisce
integra
rinforza
consolida
ogni singolo elemento che compone la muratura.
Interveniamo anche sugli elementi statici:
– Architravi in legno
– Tiranti in metallo
– Strutture in cemento armato.
Siamo spesso in bilico tra il rispetto delle norme e l’esigenza di operare per il miglior risultato a favore del committente, salvaguardando il fragile equilibrio della città.
Nell’attesa che a Venezia venga riconosciuta – come merita – maggiore autonomia gestionale e organizzativa, continuiamo a ricercare la miglior mediazione che la protegga dall’incompetenza e dall’ignoranza di chi la gestisce come se fosse una città come tante altre.

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